sabato 24 aprile 2010

Da strumento a strumentalizzazione: eccoti le primarie...!

Ma chi le ha inventate queste Primarie? In città in tanti, quasi 10000, se lo stanno chiedendo. Le hanno inventate gli americani, sempre loro, oltre 1 secolo e mezzo fa. C'è persino una legge statunitense che le prevede e le disciplina espressamente. Chissà quanti gelesi, fra quelli che sono accorsi ai sei gazebo allestiti in città, ne erano a conoscenza. Ma, del resto, si sa: erano altri gli argomenti dell'operazione Husky che vide gli yankees sbarcare a Gela nel lontano luglio del 1943. E' una domanda che in Puglia, ad esempio, molti più elettori non si stanno ponendo. La vittoria di Nichi Vendola, governatore uscente, sul candidato del Pd, Federico Boccia ha evitato di far vincere le elezioni al centro-destra, anche grazie al pasticciaccio combinato dal suo predecessore Fitto che nel rompere l'accordo tra Dambruoso e Poli Bortone, ha puntato tutto su Rocco Palese, perdendo la scommessa e presentando le proprie dimissioni da ministro. Strumento utile, quindi. Ed a Gela? Sembrerebbe di no. Ma quando mai!!! Da queste parti strumentalizzare anziché utilizzare strumenti è prassi autorevole, arte pura, raffinatezza sopraffina. C'è un coordinatore provinciale che si autocandida a sindaco senza dimettersi? Vuole fare l'arbitro ed il giocatore? C'è una controparte che dopo avergli permesso di traghettare il gruppo dal secondo al terzo millennio non ci sta più? C'è un partito spaccato ed una resa dei conti da consacrare? Allora, eccoti le primarie. Strumento ultile, si direbbe decisivo, che nel PD, addirittura diventa una regola vera e propria sancita nello Statuto. Ed allora via ai giochi. Le Primarie sono il massimo, dicono da una parte. Le Primarie sono un trucco, dicono dall'altra. Nel frattempo si alimentano trattative e si perfezionano accordi al chiuso delle finestre, o in piena vista, davanti ad una pizza, bevendo un caffé. I circoli fanno da base generale. Bar e pizzerie sono gli avamposti. I candidati rimangono due, erano inizialmente quattro, forse anche cinque. Da una parte il generale di lungo corso, Calogero Speziale, detto Lillo. Dall'altra parte un suo ex luogotenente, Angelo Fasulo, ma con alle spalle il vero e proprio sfidante: per alcuni ancora un tenente colonnello, per altri già un generale benché di breve corso, Michele Donegani, inteso Miguel. E Saro Crocetta? Si gode lo spettacolo fino agli ultimi tre giorni. Poi appoggia Fasulo, ma non si vede mai in giro. Ufficialmente, alla dittatura di Speziale si oppone il triumvirato Crocetta-Donegani-Fasulo. Vincono quest'ultimi, per soli 26 voti. E' bagarre. Gela sarà pure sciocca, ma è anche un po' sfortunata. Non poteva vincere uno dei due con largo vantaggio? Noooo! E che bello c'è. Ricorso pronto contro sospetti. Quasi sospetto nel suo essere pronto. Speziale dice che risultano 100 voti in più rispetto al computer. Chi può dargli torto nel sospettare? Fasulo replica che quei 100 voti non sono in più perché sono registrati nel cartaceo: ed effettivamente, quando ad ogni persona che vota con tanto di firma corrisponde una scheda votata, chi può insinuare la minima ombra di dubbio? Insomma, dov'è la verità? Non si capisce nulla. E nessuno fa chiarezza. Una commissione, quella provinciale di garanzia, giudica ed accoglie il ricorso di Speziale. Una commissione, quella regionale di garanzia, dopo aver diffidato la prima a non giudicare, ne rende nullo il provvedimento di accoglimento del ricorso perché i membri sono decaduti. Entrambe giudicano sia nel merito, la prima, che sul piano della legittimità, la seconda, ma nessuna apre i plichi del gazebo di caposoprano e fa piena luce sulla vicenda: perché? Che senso ha definirsi un partito delle regole e poi non esserci una regola risolutiva che eviti reciproche accuse con tanto di comunicati stampa reiterati anche dopo il voto? Si partiva con due probabili candidati del Pd e ci si ritrova davanti gli stessi. Fasulo candidato ufficiale? Speziale candidato morale? A quanto pare scenderanno entrambi in campo e le primarie potevano, a questo punto, benissimo essere evitate. Ma come si suol dire da Manfria a Bulala, “u picuraru na vota sula u vitti u signuri” ed i gelesi saranno pure sciocchi, per bisogno, ma non fessi.

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