sabato 24 aprile 2010

Il centro-destra e la sindrome di Pinocchio

Se nel centro-sinistra gelese regna l'incertezza e la confusione, definire caotica la situazione del centro-destra in città è il minimo che si possa scrivere. Ovviamente, anche qui (come dall'altra parte) molto dipende dai “risvolti palermitani”. La politica è come un fiume il cui corso d'acqua si alimenta continuamente, specie di bugie che in medicina definiremmo patologiche, preludio alla mitomania: figuratevi quanto conta la parola data. Insomma, l'accordo (tacito o espresso che fosse) prevedeva che dopo la candidatura dell'autonomista Federico alla provincia e del pidiellino Campisi al capoluogo nisseno, a Gela sarebbe toccato ai cuffariani indicare il candidato alla poltrona di primo cittadino, ma la “Sindrome di Pinocchio” è sempre all'erta. L'UdC, che aveva tutto l'interesse a rispettare il patto, ha fatto il suo dovere indicando Enzo Cirignotta. Lo ha fatto come si conviene, serrando le fila e chiamando a raccolta tutti: a fare l'appello in Villa Peretti, in particolare, è stato niente poco di meno che Totò Cuffaro in persona. Per ora i centristi corrono da soli e magari continueranno in un percorso solitario, sperando di sfruttare le divisioni altrui e fare il colpaccio come con D'Asaro a Mazzarino. Intanto, però, Rudy Maira minaccia di mettersi di traverso anche a Caltanissetta come già fatto a Palermo. Proprio dal capoluogo siciliano, per contro, i segnali che arrivano sono tutt'altro che confortanti per il partito di Casini, rimasto isolato all'opposizione, grazie alla strategia dirompente ed fino ad oggi vincente del più accerrimo nemico del cuffarismo: il PdL “ribelle” di Micciché. Fatte le prove generali a Termini Imerese, il PdL Sicilia continua a fare proseliti ovunque: ultimamente si sono costituiti gruppi a Agrigento, Ragusa e Monreale. Grande successo anche a Gela dove Micciché ha potuto stringere la mano non solo ad alcuni vecchi amici forzisti, tra cui l'ex deputato Ventura, ma anche e soprattutto a molti ex An, rimasti ai margini della fusione a freddo romana decisa in un battito d'ali da Berlusconi e Fini. Che il PdL di Miccichè non rimarrà alla finestra per la candidatura a sindaco di Gela c'è da aspettarselo: la richiesta di azzeramento della giunta nella vicina Riesi avanzata in questi giorni sembra preannunciarlo. Non scenderà in campo il consigliere provinciale Pepe, considerato che il cognato Cirignotta è in piena corsa: la sorpresa potrebbe essere proprio Giacomo Ventura che in caso di concomitante candidatura di Lillo Speziale, concederebbe a quest'ultimo la rivincita dopo la vittoria al maggioritario per la Camera nel 2001. Nonostante il “groppo in gola” rimasto per la disfatta di Scaglione su sentenza del Tar che lo spodestò per far posto a Crocetta, i “lealisti” rimasti nel PdL non sembrano avere la forza necessaria per riproporre un proprio uomo e Trainito così come Greco dovranno, a quanto pare, rinviare le personali aspirazioni a candidature ambiziose per altre occasioni. Ed il partito del Governatore? La sensazione è che, dopo il boom, non viva più un momento idilliaco in città... e non solo. Più in generale, infatti, il Movimento per l'Autonomia è in fase calante, pressocché in picchiata, tanto che Lombardo ha accettato la mano tesa di Miccichè e l'ancora di salvataggio lanciata della corrente lumiana del Pd, per navigare a vista e indirizzare lo sguardo all'orizzonte verso un'isola chiamata “mediterranea utopia” dove governa un “autonom-futur-riform-ista” Partito del Sud. Il principale riferimento in città ed in provincia dovrebbe ancora essere l'on. Federico, ma il condizionale è più che d'obbligo. Le ultime vicende ci narrano di un partito non proprio allo sbando ma quasi, tanto da subire la “supervisione” di un calatino esperto di formazione, turismo e sanità che di nome fa Francesco Iudica: chi lo conosceva già in città, alzi pure la mano e si faccia i complimenti da solo. Per quel che ci riguarda, a che ne dica il senatore Oliva, se questo non è commissariamento, poco ci manca. L'unico che può avere una chance di nomina a candidato è il presidente dell'Asi, Giuseppe Pisano, che può contare su un filo diretto con Lombardo senza intermediazioni varie. Buggerate da Pantalone? Chissà, ma a carnevale, guarda caso, ne sapremo di più. Tuttavia, ciò che continua a sorprendere è come mai ci si divide da queste parti quando si è sicuri che la città chieda una svolta dopo tanti anni di governo del centrosinistra: sarà forse la paura di vincere? Ah... se potessi avere 5 minuti a disposizione per parlare con mastro Geppetto!.

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