sabato 28 agosto 2010

La crisi al petrolchimico all'esame dell'aula

C'è preoccupazione, a Gela, per la crisi economica, produttiva e occupazionale che sta investendo pesantemente l'indotto del petrolchimico e che potrebbe avere effetti anche sulla pianta organica dei dipendenti dell'Eni. Mentre si attende il 6 di settembre, per conoscere il piano industriale della raffineria, il consiglio comunale della città si è riunito in seduta straordinaria per affrontare i problemi legati al futuro di centinaia di dipendenti, in cassa integrazione, che rischiano il licenziamento. A fine lavori è stato approvato all'unanimità un ordine del giorno con il quale è stato posto in stato d'accusa il comportamento della direzione dello stabilimento dell'Eni, rea, ad avviso dei consiglieri, di avere «favorito politiche di contrapposizione tra le diverse ditte operanti nello stabilimento, finendo con il creare uno stato di forte tensione sociale» e alimentando strategie tese a «smantellare il sistema delle imprese locali e favorire l'ingresso di imprese esterne». Dubbi sono stati poi sollevati dal consiglio comunale sul meccanismo di aggiudicazione delle gare di appalto adottato dall'azienda, perchè «ispirato a criteri di assoluta e piena discrezionalità, che impediscono qualsiasi controllo» di legalità. L'assemblea civica con il suo ordine del giorno conferma la validità produttiva del sito di Gela e auspica l'apertura di un tavolo tecnico di negoziato tra Eni, forze sociali e istituzioni locali; l'utilizzazione gratuita delle aree dello stabilimento, dismesse e bonificate, per le imprese che intendono investire a Gela; la vendita dei prodotti semilavorati alle imprese locali senza gravami di spese di trasporto; l'instaurazione di un sistema di reciprocità tra aziende gelesi e di altre aree del Paese; l'assegnazione al territorio di Gela di tutte le fasi di lavorazione delle apparecchiature, compresi i prefabbricati.

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