domenica 18 luglio 2010

Un ricorso al Tar fa tremare Fasulo

Le elezioni comunali potrebbero essere invalidate. Almeno questa è la richiesta formalizzata in un ricorso al Tar. Secondo il ricorrente, Rocco Ficicchia (vicino al movimento Pensiero Libero e di conseguenza a Speziale) il ballottaggio va annullato, e di conseguenza l’elezione del sindaco Angelo Fasulo, poichè nella scheda elettorale ha inserito anche i loghi dei partiti che non hanno raggiunto il 5 per cento. Il ricorso sarebbe stato affidato ad uno studio legale romano, che ritiene sussistenti i motivi per rifare le elezioni. Il sindaco non è preoccupato, tant’è che è andato una settimana in vacanza. Nel Pd invece si pensa al futuro. Domani un gruppo di iscritti incontrerà il partito al Sileno con l’obiettivo di ritrovare l’intesa di un tempo. Intanto i circoli gelesi del Partito Democratico e più precisamente il «1° Circolo PD» di Piazza Martiri della Libertà ed il «Circolo Legalità e Sviluppo» di via Picceri (che fanno riferimento a Crocetta e Donegani), hanno salutato favorevolmente la decisione assunta dalla direzione regionale del partito in ordine alla reggenza dell'Unione Provinciale di Caltanissetta. “La nomina a breve di un organismo super partes – si legge nella nota –, da parte del Segretario Regionale, on. Giuseppe Lupo, in vista dell'espletamento della fase congressuale nel prossimo mese di ottobre, si è resa necessaria per ridare al partito nisseno quel clima distensivo, quella trasparenza di giudizio e quell'imparzialità gestionale, venute tutte drammaticamente a mancare nel recente passato, fino a rasentare il grottesco in occasione delle ultime elezioni comunali di Gela”. “In procinto di rinnovare i quadri interni al partito e perfettamente consci della delicatezza della situazione che stiamo vivendo a livello locale – proseguono i direttivi dei due circoli -, invitiamo tutti gli iscritti, elettori e simpatizzanti, a partecipare in massa alla vita democratica del partito la quale non può che continuare ad essere dotata di senso ed a reggersi, con armonia e cognizione di causa, sul principio, ineludibile ed incontrovertibile, del rispetto delle regole”. “A tale rispetto siamo vincolati tutti – si precisa ulteriormente -, dal vertice alla base, ognuno nello svolgimento del proprio ruolo e del proprio mandato, poiché in caso contrario faremmo semplicemente un torto alla nostra intelligenza e, soprattutto, a quella di chi, indossando l'abito sovrano, si è recato alle urne per esprimere le proprie preferenze".

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