domenica 6 giugno 2010

Elezioni, Pagano attacca Mpa e Udc "Con i loro voti avremmo vinto noi "

Alessandro Pagano analizza la sconfitta del centro destra. Attacca Mpa e Udc e ammette le proprie colpe. "Gli attacchi ricevuti in questi ultimi giorni da parte di ex militanti del PDL, alimentato da alcuni avversari più o meno vicini all’area politica del PDL, - dice Pagano - mi portano ad anticipare alcune valutazioni che invece avrei preferito fare dopo il ballottaggio del 13 e 14 giugno. Nel 2007 anno delle ultime amministrative a Gela, la sinistra nelle varie denominazioni ufficiali dei partiti tradizionali che la sostenevano e nelle varie composizioni civiche, anche esse appartenente all’aria di sinistra riuscì a prendere il 59,46% dei consensi. A questo risultato si sommarono i voti che prese Crocetta in più quale candidato sindaco. Tre anni dopo nel 2010 la sinistra rappresentata dal PD, dalla lista di Donegani, dalla lista Gela Democratica (in quota Fasulo) e da Dem. Gela e dai DeS (in quota Speziale) ha preso 19.674 voti complessivi, per un totale del 45,86%. Ora è più che evidente il calo di 15 punti percentuali che la sinistra ha subito a causa della loro guerra infinita. Se quindi due rappresentanti della sinistra sono arrivati al ballottaggio, ciò non è dovuto al loro strapotere elettorale, ma solo perché i partiti che si definiscono moderati, UDC, gruppo dissidente dell’MPA e Pensiero Libero da una parte ed MPA dall’altra, hanno aggiunto i loro voti ai partiti di sinistra fungendo da stampella nei confronti di chi ha governato male, anzi malissimo e aiutando la sinistra a vincere facendoli arrivare al ballottaggio. Il centro destra quindi è rimasto coerente con se stesso e con la sua storia, e se ha perso le elezioni lo si deve soprattutto a quei presunti alleati che anziché credere ad un progetto politico, che avrebbe visto il Governo Nazionale schierato in prima fila per Gela, hanno preferito avere qualche piccola soddisfazione personale rispetto ad un progetto politico innovativo e ricco di soddisfazioni. Non ci sono dubbi infatti che tra sette giorni uno di questi due gruppi si troverà senza niente in mano avendo perso le elezioni. A costoro noi facciamo una riflessione: quegli stessi voti confluiti nell’ambito del centro destra avrebbero dato credibilità al progetto e consensi a fiumi. Ciò è dimostrabile non solo sommando le percentuali di voto, ma la stessa logica porta a pensare che il cittadino gelese si sarebbe sentito incoraggiato da cotanta forza elettorale. Tringali non esce sconfitto da queste elezioni, visto che prende 4 punti percentuali in più delle proprie liste, però rimane il rammarico dell’occasione perduta. Ma questo rammarico, sono certo, lo avranno ancora di più tra qualche settimana coloro che hanno puntato sul cavallo sbagliato e che si ritroveranno senza nulla in mano. Per quanto ci riguarda una brevissima risposta va data anche agli ex dirigenti di partito oggi accaniti detrattori. Premetto che questa è l’ultima risposta che darò loro, e se lo faccio e solo perché la città di Gela merita di essere informata. Nessuno può avanzare pretese dopo che ha rifiutato di candidarsi consigliere comunale e dopo aver rifiutato il posto di Assessore. Ancora, i partiti della nostra coalizione, sono stati chiari nel non volere candidare a sindaco una persona che aveva lavorato non per il partito ma solo per se stesso. Noi siamo abituati alle vittorie e alle sconfitte ed entrambe le trattiamo come si trattano gli impostori, non ci montiamo la testa quando vinciamo, non ci deprimiamo quando perdiamo. Sappiamo solo che noi ci saremo ancora nei prossimi anni e ci saremo con i tanti che ci sono stati vicini, che sono umili e che soprattutto sono coerenti. Il nostro partito non è come la porta girevole di un albergo, dove si entra e si esce secondo i propri comodi, la nostra storia lo dimostra e non abbiamo bisogno più di ricordarlo. In qualunque caso mai più saranno con noi coloro che a maggior ragione parlano di “Capibastone che hanno imparato la lezione“. Con questi personaggi che hanno questo linguaggio e questa mentalità il PDL non ha nulla a che spartire.

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