venerdì 11 giugno 2010

I soldi delle zone franche dove sono finiti?

Le zone franche urbane potrebbero rivelarsi un bluff. Ne è convinto il consigliere provinciale Alfonso Cirrone Cipolla. Gela ha lottato per anni per poter essere inserito tra i 22 comuni beneficiari delle agevolazioni fiscali previste. Il decreto "Milleproroghe" fissa però il tetto massimo di spesa di 50 milioni l'anno per il 2008 ed il 2009. «Somme che però sono ben lontane dal coprire l'interno periodo delle no tax area di 14 anni - dice Cirrone Cipolla - Le zone franche urbane, sul modello francese, sono nate per dare agevolazioni fiscali e contributive a quelle micro e piccole imprese che decidono di investire con la creazione di attività economiche e occupazionali, in quartieri svantaggiati». Sono state previste dalla finanziaria 2008 e rappresentano una significativa risposta al disagio socio-economico delle aree a maggior tasso di disoccupazione, appunto Gela e una grande opportunità di sviluppo del territorio, capace di portare economia e nuovi posti di lavoro. A fronte di una prospettata dotazione finanziaria di 500 milioni di euro accolta positivamente dalla Commissione europea con la decisione n. 8126 del 28 ottobre 2009, il Governo nazionale ha deciso diversamente, effettuando un ulteriore saccheggio nei confronti del mezzogiorno e nelle aree deboli del nostro Paese, ciò non incoraggia certamente gli imprenditori, che chiedono certezze e soprattutto, che ci sia la copertura finanziaria nel lungo periodo per i benefici fiscali e previdenziali previsti nell'ambito delle zone franche urbane. Da qui l'intento, con questa mozione-conclude Cirrone Cipolla- di chiedere alla Regione di intervenire finanziariamente integrando le risorse finanziarie da destinare alle zone franche urbane utilizzando i fondi Fas, al fine di permettere alla zona franca di Gela di entrare a regime consentendo agli imprenditori di usufruire delle agevolazioni fiscali previste dalla normativa. Per le tre zone franche siciliane mancano all'appello qualcosa come 60 milioni di euro, di cui circa 24 servono da subito per i primi cinque anni della no tax area, il periodo dove si concentreranno i maggiori benefici fiscali.

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