martedì 15 giugno 2010

Web e politica?

"Internet e le nuove tecnologie digitali non sono ancora totalmente capite nell’ambito della comunicazione politica in Italia. Scarsa è la partecipazione degli iscritti in rete. Pochi i gruppi di ascolto e dialogo, troppa propaganda su strumenti come Facebook e Youtube". Lo ha dichiarato Francesco Pira in un’intervista sul quotidiano Avvenire nell’ambito di un’inchiesta sul rapporto tra web e politica. Il sociologo dell’Università di Udine, sentito come esperto (ogni anno produce il monitoraggio dei siti web politici) ha rilevato che "rispetto agli Stati Uniti e ai Paesi del Nord Europa, l’Italia paga un deficit cul turale. Un esempio? In Francia, i partiti spendo no almeno il 10% del budget sul web. In Italia sia mo lontani da queste cifre. I maggiori movimenti francesi, come i Socialisti di Martine Aubry e l’Unione per un movimento popolare che fa riferi mento al presidente Nicolas Sarkozy, si sono im pegnati con vigore, alle ultime regionali, non solo nelle piazze e in tv, ma anche su internet. In Ger mania il cancelliere Angela Merkel (che è laureata in fisica e quindi ha una naturale predisposizione per le scienze e le tecnologie), conferma ancora Pira, è da sempre interessata alle potenzialità di internet per la comunicazione politica. "Il proble ma dell’Italia – dice ancora Pira– è che internet dai partiti non viene visto come uno strumento che amplifica la relazione con i militanti e i cittadini". Sempre secondo l’esperto: "I partiti e i politici dovreb bero prendere esempio da Obama, che una volta eletto ha potenziato la sua presenza sui social network, proprio per am plificare i contatti con gli elettori e dialogare con loro". Proprio sul caso Obama, Pira ha scritto un libro: "Come dire qualcosa di sinistra", editore Fran co Angeli , nel quale illustra oltre al fenomeno del nuovo presidente Usa, anche le tecniche usate nel la comunicazione politica e l’efficacia di internet nel veicolare nuovi messaggi.

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